Alex Schwazer, le parole del padre

Joseph Schwazer si assume la piena responsabilità per gli errori che costeranno davvero cari alla carriera del figlio, campione olimpico a Pechino 2008.

di Simona Vitale 7 Agosto 2012 14:44

La delegazione azzurra ai Giochi Olimpici di Londra ha subito un duro colpo per la notizia giunta ieri e riguardante Alex Schwazer, campione olimpico in carica dei 50 km di marcia a Pechino nel 2008, che ha fallito un controllo antidoping della Wada, l’Agenzia mondiale antidoping. In un test effettuato lo scorso 30 luglio a Oberstdorf, in Germania. Latleta azzurro è risultato infatti positivo all’Epo. Il campione in carica ha subito ammesso le sue responsabilità dichiarando di aver usato l’Epo per tentare di migliorare le sue prestazioni, ma ha poi riconosciuto i suoi sbagli, nonché il fatto che quest’episodio sancisce la fine della sua carriera sportiva.

Oggi, a parlare ai telecronisti è il padre dell’atleta, Joseph Schwazer, il quale si assume piena responsabilità per l’accaduto.

Le responsabilità sono mie, perché se si vede un figlio, che durante tutto l’anno è stato male, si deve capire e si deve cercare di parlargli. L’ultima volta che è partito da qui era distrutto. Forse l’ha fatto per non deludere gli altri.  È stata al 100% la prima volta che ha fatto uso di queste sostanze.

Le dichiarazioni del padre di Alex arrivano mentre il figlio è attualmente chiuso in in casa a Calice, una piccola frazione di Racines, sebbene pare che abbia manifestato la volontà di tenere una conferenza stampa. L’uomo ha poi aggiunto:

Psicologicamente non reggeva più. Si era chiuso in se stesso. Si allenava da solo. Spero di poter rimediare agli errori che ho fatto con lui. Per Alex oggi non è il giorno più brutto, il peggiore è quello che verrà. Ripeto, la colpa è mia. Nei momenti difficili serve un padre che riesca a stare vicino ad un figlio. Per questo chiedo perdono ad Alex. Tireremo avanti. Era schiacciato da un peso che non riusciva più a sopportare. Ma ha una fidanzata speciale che gli sta accanto. Grazie a Carolina, grazie a Michele. 

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