Il Papa incontra gli olimpionici e lancia un appello: “No al doping”

Benedetto XVI ha ricevuto in Vaticano gli atleti italiani che hanno vinto una medaglia alle ultime Olimpiadi di Londra.

di Marco Ferraro 17 Dicembre 2012 18:23

Dopo il recente “sbarco” su Twitter aprendo le porte ai fedeli sul social network, domenica mattina Papa Benedetto XVI ha aperto le porte del Vaticano ad una delegazione formata dal Coni e dagli atleti italiani che sono riusciti a portare a casa una medaglia alle ultime Olimpiadi di Londra. Il pontefice ha accolto calorosamente gli atleti, lanciando un appello affinche venga frenata una delle piaghe che affligge di più molte discipline sportive e in generale tutto il mondo dello sport, dall’atletica al ciclismo, la piaga del doping, che proprio agli ultimi Giochi Olimpici in terra inglese ha colpito uno dei nostri atleti più rappresentativi, l’altoatesino Alex Schwazer: “La pressione di conseguire risultati significativi non deve mai spingere a imboccare scorciatoie come avviene nel caso del doping. Lo stesso spirito di squadra sia di sprone ad evitare questi vicoli ciechi, ma anche di sostegno a chi riconosce di avere sbagliato, in modo che si senta accolto e aiutato. Penso dunque a voi, cari atleti  come a dei campioni-testimoni, con una missione da compiere: possiate essere, per quanti vi ammirano, validi modelli da imitare. Ma anche voi, cari dirigenti, come pure gli allenatori, i diversi operatori sportivi siete chiamati ad essere testimoni di buona umanitá, cooperatori con le famiglie e le istituzioni formative dell’educazione dei giovani, maestri di una pratica sportiva che sia sempre leale e limpida”.

L’incontro è poi proseguito con un faccia a faccia con il massimo rappresentante del Coni, il presidente Gianni Petrucci, che ci ha tenuto a salutare il Papa in un incontro a porte chiuse nella sala Clementina all’interno del Vaticano. Prima del consueto saluto personale a tutti gli atleti presenti, Benedetto XVI ha voluto mettere in risalto il ruolo dello sport nella lotta tra il bene e il male: “Cari amici, in questo Anno della fede vorrei sottolineare che l’attività sportiva può educare la persona anche all’ ‘agonismo’ spirituale, cioè a vivere ogni giorno cercando di far vincere il bene sul male, la veritá sulla menzogna, l’amore sull’odio, e questo prima di tutto in se stessi. Pensando poi all’impegno della nuova evangelizzazione anche il mondo dello sport può essere considerato un moderno ‘cortile dei gentili’, cioè un’opportunità preziosa di incontro aperta a tutti, credenti e non credenti, dove sperimentare la gioia e anche la fatica di confrontarsi con persone diverse per cultura, lingua e orientamento religioso”.

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