Le lacrime di Tyson Gay per quella promessa non mantenuta
Lui si chiama Tyson Gay, ed in questa Olimpiade ci aveva creduto, se possibile, più di tutti i partecipanti. Tra età (30), acciacchi ed infortuni vari, l’atleta si era messo d’impegno per poter salire sul podio, consapevole di non potere arrivare primo sugli altri, specialmente su uno. La profezia si è avverata, almeno sotto quest’ultimo punto di vista: Bolt, nei 100 metri, ha stracciato tutti, conquistando meritatamente la medaglia d’oro. Una macchina da combattimento con una forza sovraumana, questo è il vincitore. Subito dopo c’era Gay, il secondo uomo più veloce del mondo, che, però, non ce l’ha fatta, come invece avrebbe tanto voluto.
Erano anni che Tyson si allenava con dedizione per farsi trovare pronto all’appuntamento londinese del 2012. Qualcosa non è andato secondo i piani prestabiliti. Vistosamente provato e molto affranto, Gay non nasconde le sue lacrime. Gli occhi sgorgano come fontane, e la voce strozzata dal pianto finisce col raccontare dolorante: “L’avevo promesso a mia figlia Tiffany. Il papà ti porta la medaglia. Ero certo di aver fatto anche l’impossibile. Non avrò un’altra occasione. Questa doveva essere la volta buona“. Il giovane si dispera e rammarica, quasi come se avesse perso l’ultimo treno della sua carriera agonistica.
Con grande fair play, Bolt cerca di consolarlo, spendendo qualche parola nei riguardi del collega: “Uomo, sei un grande rivale, il rivale che più si sa concentrare per trovare la corsa giusta. Abbiamo sempre vissuto grandi sfide e non finisce qui. Ci incroceremo ancora“. Cos’altro gli resta? Ci sarebbe la 4×100, anche se dubitiamo che Gay possa farcela visto l’avanzare dell’età ed i tanti infortuni che l’hanno colpito negli ultimi anni. Un brutto colpo davvero per chi, come lui, sognava di calcare per l’ultima volta l’ambito podio. La medaglia, siamo sicuri, la meritava sul serio. Vedremo se, intorno alla vicenda, ci saranno risvolti degni di nota.
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