La triste storia di Liu Xiang, sfortunato atleta dal cuore d’oro
Dietro un vero campione c’è sempre di più. Non solo il talento, non solo anni e anni di allenamento alle spalle, medaglie vinte e primati stabiliti. Un vero campione è colui che antepone l’amore per lo sport, per la propria disciplina, alla sete di vittoria. Un vero campione è colui che tra mille patimenti, con dolore, ma con estremo coraggio e dedizione, ha come obiettivo quello di riuscire a tagliare il traguardo per il quale ha lavorato mesi, anni. Non importa se un infortunio, un ostacolo, rallenta la sua corsa. Lui ce la fa, sempre e comunque. E questo non solo nello sport, ma anche nella vita.
Un vero e proprio campione è Liu Xiang, la cui immagine resterà per sempre una delle immagini più belle dei Giochi Olimpici londinesi. Medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atene nel 2004 ed ex primatista mondiale sui 110m ad ostacoli, Liu Xiang è caduto sul primo ostacolo nella sesta batteria, infortunandosi alla gamba destra che si è ripetutamente toccato nella zona del tendine d’achille.
Eppure non ha voluto fermarsi, ma ha saltellato su una sola gamba sino a quel traguardo che gli altri atleti avevano già tagliato da qualche minuto. Infine, applaudito dalle 80mila persone presenti all‘Olympic Stadium, ha svoltato a sinistra e ha baciato l’ultimo ostacolo, a dimostrazione del suo immenso amore per lo sport.
Al traguardo lo aspettava l’atleta ungherese Baji, per alzargli il braccio in segno di celebrazione di colui che rimane comunque un grande campione. Una storia davvero triste quella di Liu Xiang e che ha commosso la Cina e il mondo intero. L’atleta, infatti, da campione olimpico in carica ad Atene nel 2004, dovette rinunciare alle successive Olimpiadi di Pechino nel 2008 per un infortunio molto grave al tendine di Achille. Giunto qui, si è ripetuto per lui quello che è un autentico dramma sportivo. Orgogliosa la sua patria che esprime la gioia e la stima nei confronti di uno dei suoi massimi esponenti dello sport attraverso le parole del rappresentante della delegazione cinese di atletica, Feng Shin Yong, il quale ha dichiarato:
Siamo molto orgogliosi di Liu: ha mostrato che cosa sia davvero lo spirito olimpico. Non sono le vittorie a contare – e lui è uno che ha vinto molto – ma la voglia di esserci e di onorare i Giochi. Liu, in questi quattro anni, ha fatto tantissimi sacrifici per tornare a correre ai suoi grandi livelli. Non è stato semplice e oggi, purtroppo, tutti hanno capito il perché.
Molto teso nella fase del riscaldamento, Liu Xiang, nella fase di allungo al primo ostacolo della sua batteria, ha avvertito la fitta al famigerato tendine d’Achille ed è caduto. Un dolore atroce, ma che non gli ha impedito di portare a termine la sua corsa, quella che vale davvero una vita, sebbene non una medaglia o una qualificazione. Un giro d’onore tra le lacrime e su una gamba sola. Turner e lo spagnolo Quinnones l’hanno aiutato a reggersi in piedi, dopo il traguardo, prima che abbandonasse lo stadio su una sedia a rotelle, piangendo ancora nel tripudio dello stadio Olimpico, tutto per lui.
Liu, dopo l’operazione al tendine, gradualmente era ritornato ad essere uno dei migliori nella sua specialità, come confermato dal 12″97 dello scorso maggio a Shanghai, e voleva a tutti i costi rendere orgogliosa di sé la Cina, che non aveva potuto ammirarlo in patria nei Giochi Olimpici del 2008. Ma siamo sicuri che la sua patria, così come il mondo intero, è davvero fiera di un atleta che oggi ci ha ricordato il vero significato della parola “campione” e di cosa significhi davvero eccellere non solo nello sport, ma ancor più nella vita.
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