Tributo a Senna a vent’anni dalla morte
Correva l’anno 1994 ed Imola si apprestava a presentare l’ennesimo Gran Premio di Formula 1. Un week end funestato purtroppo dalla scomparsa di Roland Ratzenberger, non un primo della classe, ma comunque un giovane di belle speranze, che aveva fatto della velocità una ragione di vita. Una tragedia che non fermò il circo della F1. Purtroppo. Purtroppo, perché forse si sarebbe evitato il bis, una tragedia di proporzioni ancor più ampie, se non altro per la popolarità per protagonista. Eh sì, perché quel maledetto primo maggio 1994 a restare immobile sulla pista fu Ayrton Senna, tre volte campione del mondo, destinato a diventare un mito.
In realtà, Senna era già nel mito, ancor prima che la sua Williams finisse contro un muretto alla curva del Tamburello, ancor prima che il braccetto dello sterzo di staccasse e gli trafiggesse il cervello, ancor prima che dall’ospedale arrivasero notizie drammatiche sulle e condizioni di salute. Un mito che si trasformò il leggenda in quel triste pomeriggio del 1° maggio 1994, mentre il circo della Formula 1 continuava a far girare la giostra, mentre si premiavano i vincitori, mentre si stappava lo champagne, come se nulla fosse accaduto sotto il cielo di Imola.
Ieri nel ventannale della morte una gran folla di tifosi ed addetti ai lavori si è riunita nel luogo della tragedia. Applausi, ricordi, aneddoti e lacrime per ricordare quel giovane di 31 anni che amava la velocità, la pioggia, i sorpassi impossibili e la competizione. Un giovane che ha conquistato il mondo e che non avrebbe mai immaginato di morire su una pista a 300 km/h mentre dava sfogo alla sua passione più grande. Ciao Ayrton.
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