MotoGP, Valentino torna protagonista nel ricordo di SuperSic
E’ stata la giornata in cui Lorenzo ha preso il largo in classifica, mettendo una mezza ipoteca sul Mondiale a meno di mine vaganti (leggasi Hector Barbera, protagonista di un altro ‘strike’ ai danni di un collega: Pedrosa). Ma è stata anche la giornata di Rossi, tornato almeno per una domenica sui livelli che più gli competono.
Ci teneva davvero, Valentino, a fare bella figura qui. Il circuito di Misano, ora intitolato a Marco Simoncelli, era lo scenario perfetto per un risultato importante. Un risultato da dedicare a lui, il Sic, che come dice Rossi “Forse mi ha dato una mano da lassù per farmi arrivare secondo”.
Probabilmente non credeva di poter fare così bene: alle spalle di Lorenzo, staccato di soli 4 secondi. Un miglioramento che va oltre ogni più rosea aspettativa per chi, fino a una gara fa, contava i distacchi in abbondante doppia cifra (35″ a Brno, tanto per dirne una).
Le cose si erano messe subito bene: alla partenza Pedrosa accusava problemi alla sua Honda ed era costretto a partire dal fondo dello schieramento. Ed è forse in quell’istante che in Rossi si è accesa la lampadina, quella che gli ha permesso di compiere manovre contrarie alle leggi della fisica.
E’ partito a razzo e dopo essersi piazzato in seconda posizione ha mantenuto un ritmo costante ed efficace fino alla fine. una novità assoluta in casa Ducati.
“E ora? Vuoi vedere che Rossi va in Yamaha proprio quando la Ducati inizia ad andare?”. Se lo saranno chiesti in tanti, ma è un rischio che bisognava correre.
Partiamo dal fatto che la Ducati non può essersi magicamente trasformata, ha tratto bensì enorme vantaggio da una serie di situazioni che difficilmente potranno ricapitare tutte insieme. La caduta di Pedrosa, l’assenza di Stoner e il weekend non perfetto delle Yamaha Tech3, tre indizi che fanno quasi una prova. Ricordiamo infatti che, fino a metà gara, anche Bradl era sul podio virtuale.
Altresì è vero che finalmente sono state portate componenti nuove (Sopratutto un nuovo telaio) che hanno migliorato la guidabilità della Desmosedici. E a tal proposito c’è da segnalare la frecciatina di Rossi e del suo fidato capo tecnico Burgess sulla tempistica degli aggiornamenti: questo nuovo telaio sarebbe dovuto arrivare prima.
Parlavamo di rischio da prendere. Perchè la Ducati è e resta un’incognita, potrebbe tornare competitiva sin da subito come tra due anni. Verrà iniziato un nuovo progetto, a Rossi non restano molti anni in MotoGP. Altri due anni a lottare per un telaio che non arriva sarebbero troppo, sarebbero una perdita di tempo per entrambi. Proprio per questo tornare in Yamaha è la scelta giusta, Rossi vuole chiudere la sua carriera con la certezza di poter lottare per vincere. Allo stato attuale ad Iwata possono dargli delle garanzie, a Borgo Panigale invece no.
Adesso restano cinque Gran Premi da correre. Serviranno alla Ducati per indirizzare lo sviluppo in vista dell’anno prossimo e serviranno a Rossi per provare a togliersi qualche altra soddisfazione da regalare ai suoi tifosi, che indubbiamente da questo matrimonio ormai agli sgoccioli si aspettavano molto di più.
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