Olimpiadi 2012, congresso americano infuriato per le divise fatte in Cina
A poco più di 2 settimane dall’inizio dei Giochi Olimpici di Londra, negli Stati Uniti è scoppiata una polemica per le divise ufficiali della delegazione statunitense. Le divise degli atleti olimpici riportano fedelmente i colori della bandiera statunitense rosso, bianco e blu ma il problema che ha scatenato numerose reazioni polemiche è il fatto che siano state fatte in Cina. La scoperta, riportata dall’emittente televisiva ABC ha mandato su tutte le furie il Congresso americano.
Repubblicani e democratici per una volta si sono uniti e si sono scagliati contro la decisione del Comitato olimpico degli Stati Uniti di far vestire la squadra con divise prodotte in Cina. Tutto, dai berretti, alle giacche e i pantaloni, riporta la famosa dicitura “Made in China”, in un periodo in cui l’industria tessile americana lotta economicamente con molti lavoratori licenziati e alla disperata ricerca di posti di lavoro. “Sono così arrabbiato. Penso che il comitato olimpico dovrebbe vergognarsi di cio’ che ha fatto. Dovrebbero essere imbarazzati. Penso che dovrebbero prendere tutte le divise, metterle in una grande pila, bruciarle e rifarle tutte da capo,” ha dichiarato l’infuriato senatore repubblicano Harry Reid, in una conferenza stampa. “Se gli atleti devono indossare solo una canottiera con scritto “Made in Usa”, dipinta a mano, allora questo è quello che devono indossare”, ha continuato il senatore statunitense. La leader dei democratica Nancy Pelosi ha detto ai giornalisti nella sua conferenza stampa settimanale che lei è orgogliosa di atleti olimpici della nazione, ma “devono indossare divise che sono state fatte in America”.
Nel frattempo, in un comunicato, il Comitato Olimpico degli Stati Uniti ha difeso la Ralph Lauren, casa di abbigliamento sponsor della delegazione statunitense e addetta alla produzione delle divise. Tramite Twitter, il portavoce del Comitato Olimpico statunitense, Patrick Sandusky ha provato a difendere la nota casa di abbigliamento americana, dicendo che è una dei principali sponsor e che sostiene con grandi sforzi economici tutti gli atleti americani. La polemica pero’ non sembra finita ancora.